Professoressa Francesca Fagioli nella sua esperienza di psichiatra e psicoterapeuta, e alla luce di più di vent’anni di esperienza di sportelli scolastici, quali sono le richieste più frequenti degli adolescenti? Lo sportello scolastico accoglie studenti, docenti, genitori e operatori. È un luogo che ha in sé stesso un tempo di ascolto, ma non è una visita psichiatrica e non è una seduta di psicoterapia. Offre la possibilità di poter parlare con un professionista che dovrebbe essere in grado di dare delle risposte. Le richieste, da parte degli studenti, sono apparentemente le più varie: un consiglio su una lite tra amici, un aiuto nel rapporto con i professori, capire cosa sta accadendo nella relazione affettiva che stanno vivendo. Alcune volte non hanno alcun quesito specifico, sono solo curiosi, vogliono conoscere e sapere come si può parlare di affetti, emozioni, sensazioni strane che emergono alla pubertà e che non si riescono a comprendere, a collocare in una situazione ben definita.
Gli sportelli scolastici sono strumenti di prevenzione? Indubbiamente lo sportello di ascolto è anche un importante strumento di prevenzione in ambito scolastico, perché permette di individuare segni e sintomi di condizioni psicopatologiche latenti che, se individuate in tempo, possono essere affrontate. Talvolta emergono casi più drammatici nell’ambito del rapporto tra pari o in famiglia. Allora il colloquio diventa fondamentale per dare un messaggio che anche quello che ora sembra essere senza speranza di cambiamento, in realtà può essere affrontato. Importante sottolineare un’evoluzione culturale: solo alcuni anni
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