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Le cinque delle 20.00

Fine del segreto bancario, accordo Italia-Svizzera

Italia e Svizzera hanno firmato l’accordo in materia fiscale. A siglarlo a Milano il ministro Pier Carlo Padoan e il consigliere federale Widmer Schulumps. «Con questa firma realizziamo un passo in avanti molto importante nelle relazioni fra i due paesi. L’accordo, che ha richiesto un lavoro lungo e difficile ma che si è concluso con pieno successo, prevede due diversi documenti, un primo giuridico sullo scambio di informazioni che ora va all’esame dei parlamenti e uno politico sulla road map da seguire per definire ulteriori questioni come il trattamento fiscale dei transfontalieri e il trattamento di Campione di Italia».

GRECIA
Slitta a domani la lista di riforme del governo
L’esecutivo greco al lavoro per ottenere un prolungamento di 4 mesi di aiuti. Secondo il quotidiano tedesco Bild, ci sarebbero misure contro evasione e corruzione e stretta del fisco sui patrimoni. Tsipras contestato dall’estrema sinistra.

POLITICA
Camusso-Landini, faccia a faccia nella sede della Cgil
L’incontro dopo le polemiche su una possibile discesa in politica del leader Fiom, ma lui precisa: non ho nulla da chiarire. Il segretario Cisl Furlan: Noi sui luoghi di lavoro, Landini in politica. Camusso: sull’art.18 siamo sconfitti, ma reagiremo.

POLITICA
Tensione nella Lega sul Veneto: Salvini contro Tosi
Ieri il sindaco di Verona Flavio Tosi ha detto di star valutando l’ipotesi di correre contro il proprio collega di partito, l’attuale governatore. “Non rispetta i militanti”, lo ha attaccato Matteo Salvini dalle colonne del Corriere della Sera. “Non è il momento di litigare e di mettere in difficoltà Zaia”, ha ammonito il leader leghista. Per il segretario della Lega, oltretutto, “Luca Zaia è un patrimonio per i veneti ma non solo per i veneti, rimettere in discussione la sua rielezione significa fare un favore alla sinistra. E’ una sciocchezza”.

ECONOMIA
Ddl Concorrenza: torna la penale nel cambio operatore telefonico
Nel disegno di legge rispuntano le spese per passare da un contratto all’altro abolite dalla Bersani. “Nel caso di risoluzione anticipata […] l’eventuale penale deve essere equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta”si legge nel decreto. Torna quindi, nero su bianco, la penale che la Bersani aveva eliminato lasciando esclusivamente i costi tecnici dovuti alla eventuale disattivazione.

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L’addio a Luca Ronconi, grande mago del palcoscenico

“Ne ho fatte di tutti i colori…” diceva Luca Ronconi in un recente incontro con il pubblico. Ricordando le immaginifiche macchine sceniche con cui ha rivoluzionato la scena, non solo italiana. Basta pensare ai cavalli di lamiera che avanzavano in mezzo al pubblico nello storico Orlando furioso del ’69 a Spoleto, alla zattera che faceva da palcoscenico sul lago di Costanza, oppure la scena semovente, che si faceva piscina, nell’Orfeo di Monteverdi con cui nel 1998 riaprì a Firenze il Teatro Goldoni. Uno spettacolo che in quel teatro scrigno ci parve ricreare l’antica “maraviglia” delle rappresentazioni di corte ma coinvolgendo il pubblico, vicino ai protagonisti in scena, rendendo più intensa quella speciale corrente di emozione che si crea fra attori e pubblico solo nello spettacolo dal vivo.

Per realizzare quella scena ad effetto Ronconi usò tutto il teatro, platea compresa, inondandola d’acqua, e portò gli spettatori sul palcoscenico a sedere su un vero prato, mentre la musica spuntava dal foyer con squilli di tromba.

Luca Ronconi (Susa, Tunisia 1933- Milano, 2015) è stato un grande mago del palcoscenico e con la sua scomparsa, dopo quella di Massimo Castri e di Giorgio Strehler, si chiude uno dei più importanti capitoli del teatro di parola in Italia: un tipo di prosa che sapeva farsi anche visione da vivere collettivamente, almeno per il tempo della messinscena. Un tempo della rappresentazione che nel teatro di Ronconi si è spesso dilatato fino a superare di gran lunga la classica ora e mezzo. Fin dall’Orlando Furioso che a Spoleto dilagava nel centro storico spoletino, aprendolo ad un’avventura tra il meraviglioso e il fantastico, anche grazie ad attori che sarebbero presto diventati famosi per il loro talento come Ottavia Piccolo, Edmonda Aldini, Daria Nicolodi, Massimo Foschi, Duilio Del Prete e Mariangela Melato, che poi, per lui, si sarebbe perfino calata nei panni della straniante bambina protagonista di Quello che sapeva Maisie di Henry James.

Ma indimenticabili sono anche certi suoi spettacoli-romanzo, cinematografici, come Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus ideato nel 1991 per il reparto presse del Lingotto a Torino, in un rapporto fra arti sceniche e spazi da archeologia industriale che lanciava un filone di ricerca negli anni Novanta. Proprio di recente Luca Ronconi era tornato a misurarsi con questa durata dilatata che rende i suoi spettacoli una sorta di opera-mondo che vuol contenere tutto, la parola e l’immagine, la finzione e la verità, la storia e la riflessione sul presente…

Come accade nelle cinque ore di Lehman Trilogy, il suo ultimo spettacolo, in scena fino al 15 marzo al Teatro Grassi di Milano e tratto dal testo che il drammaturgo Stefano Massini ha pubblicato l’anno scorso con Einaudi. Al centro c’è la storia infranta del sogno americano finito in una crisi abissale, anche di valori e di umanità.

In attesa della Lucia di Lammermoor di Donizetti che debutterà il 31 marzo all’Opera di Roma di cui il regista aveva già deciso ogni dettaglio, questa sera (lunedi 23 febbraio) alle 22,45 va in onda uno speciale Ronconi di Radio 3 curato da Gianfranco Capitta mentre domani, 24 febbraio, alle 23.30 su RaiStoria andrà in onda “Luca Ronconi: appunti di lavoro. Ronconi alla prova” di Ariella Beddini.

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@IaconaRiccardo #leftweet della settimana

“Isolani sì, isolati no. Il ferribotte non si tocca!”

Da giugno i treni a lunga percorrenza che collegano la Sicilia al Continente potrebbero non esserci più: le tratte per Roma e Milano rischiano di essere tagliate, e con loro i traghetti che attraversano lo Stretto. È quanto annunciato da Ferrovie lo scorso 2 febbraio.

A Messina non ci stanno: «A noi piace essere isolani, non isolati» rivendica Francesca Fusco, sindacalista Or.s.a. (Organizzazione sindacati autonomi e di base). Almeno una volta al mese Francesca va a Roma per motivi di lavoro e rabbrividisce all’idea di come sarà il viaggio che già adesso è un’impresa. E non è l’unica, a Messina è nato un comitato: #ilferribottenonsitocca.

L’appello lanciato durante un’assemblea indetta dai cittadini e dal sindacato si è presto diffuso in Rete. Obiettivo: una manifestazione per spingere Ferrovie a ritrattare il piano di dismissione di treni e traghetti. Così, il giorno di San Valentino l’intera regione si è unita in corteo. E non sono mancati i vicini e dirimpettai calabresi come i portuali di Gioia Tauro e i cittadini dello Stretto. Tutti in piazza per un “no” alla dismissione della rotaia, e un “sì” all’investimento: «Dateci la possibilità di essere competitivi. La nostra isola potrebbe essere collegata al resto del mondo con poco, se solo Ferrovie volesse».

Alla paura dell’isolamento si aggiunge quella del rischio occupazionale: con la dismissione un indotto di oltre 150 addetti entrerebbe in esubero. «La volontà politica di Ferrovie è quella di dismettere, per- ché investire in Sicilia non conviene. Soprattutto nell’area dello Stretto», racconta Francesca. Dal 1997 a oggi, di 15 treni quotidiani a lunga percorrenza ne sono rimasti 5, di cui 2 notturni. Quanto è legata questa vicenda, alla costruzione del ponte sullo Stretto? «Rfi è azionista della società che dovrebbe costruirlo. La dismissione dell’area inizia in concomitanza con il progetto sullo Stretto e la partecipazione di Rfi alla società, in virtù del fatto che non avremmo più traghettato ma avremmo costruito il Ponte».

Un’altra gatta da pelare per il governo Renzi. E per il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi che il 16 febbraio ha ricevuto i sindaci siciliani e l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo. Dopo l’incontro è arrivata la nota stampa di Ferrovie: è retromarcia, niente tagli. Ma il sindacato non si fida: «A noi ancora non è arrivata nessuna comunicazione». E annuncia: il 25 marzo si torna in piazza.

Le cinque delle 13.00

Eternit, Cassazione: il processo era prescritto prima di iniziare

Il processo Eternit per le morti da amianto era prescritto prima ancora del rinvio a giudizio dell’imprenditore svizzero Schmideiny. A sottolinearlo è la Cassazione nelle motivazioni, appena depositate, del verdetto che il 19 novembre ha, tra l’altro, annullato i risarcimenti alle vittime. Per la suprema corte, con la prescrizione cadono infatti “tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni”.

GRECIA
Oggi il piano Tsipras: 7 miliardi da contrabbando e tasse su oligarchi e armatori
Indiscrezioni della Bild sulle misure che Atene proporrà a Bruxelles per avere la garanzia di ulteriori aiuti. E le Borse europee scommettono sul lieto fine. Lotta all’evasione fiscale, misure anti-corruzione e anti-contrabbando, pubblica amministrazione più efficiente: è la prima bozza della lista di riforme che il Governo Tsipras ha già preparato ed inviato a Bruxelles, in attesa di un riscontro dei tecnici europei che aiuti a preparare la lista definitiva attesa entro lunedì sera dalla ex Troika. Atene non è sola: da venerdì la Commissione Ue lavora assieme al Governo fornendo quello che chiamano ‘sostegno tecnico’, cioè sia un aiuto sia un modo per controllare che i greci non scrivano un piano inaccettabile per l’Eurogruppo chiamato ad esprimersi martedì.

CRONACA
Morto Carmine Schiavone, boss pentito
E’ morto a 72 anni Carmine Schiavone, ex boss dei Casalesi, a lungo collaboratore di giustizia. La causa del decesso sarebbe un infarto. Da alcuni anni era uscito dal programma di protezione per i pentiti. Fecero scalpore le sue dichiarazioni sul traffico e l’interramento dei rifiuti tossici nella Terra dei fuochi.

TEATRO
Addio Luca Ronconi, maestro dell’innovazione a teatro
Il mondo dello spettacolo e della cultura è ancora in lutto per la morte di Luca Ronconi. I funerali dell’attore e regista morto a Milano il 21 febbraio scorso si terranno domani, in forma privata, vicino a Perugia, nella parrocchia di Civitella Benazzone, luogo in cui sono sepolte le persone a lui particolarmente care. Contemporaneamente a Milano nei foyer delle tre sale Strelhler, Grassi e Studio Melato del Piccolo Teatro, “il pubblico potrà affidare un pensiero alle pagine di un libro aperto al ricordo e all’affetto di tutti”.

CINEMA
Oscar, vincono Birdman e Inarritu
Finisce sostanzialmente in parità 4 statuette per parte, la sfida con l’altro film pluri- candidato, Grand Budapest Hotel del texano Wes Anderson. Oscar per i costumi all’italiana, Milena Canonero.  Migliori attori protagonisti, Eddy Redmayne, e Julianne Moore. Grande sconfitto American sniper di Clint Eastwood.

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Questa non è #labuonascuola

La buona scuola di Renzi illustrata ieri nella kermesse del Pd a Roma con il premier a fare gli onori di casa e qualche protesta di precario subito zittito, ricalca fedelmente lo schema delle “riforme” precedenti. Decidiamo noi, questo il leit motiv. Un decreto legge e poi la legge delega attuativa. Peccato perché in Parlamento giace un disegno di legge di iniziativa popolare, la Lip che forse poteva dare un contributo in merito. Il piano della riforma renziana che venerdì 27 febbraio andrà in Consiglio dei ministri, dalle anticipazioni uscite prevede:

Stabilizzazione di 148mila docenti presi da tutte le graduatorie

Le immissioni in ruolo dovrebbero partire da settembre 2015 e coprire 50mila cattedre vacanti. Ma i sindacati protestano, sostengono che rimarranno fuori molte fasce di precari. La Flc Cgil attraverso il suo segretario Domenico Pantaleo parla di “solita retorica, condita da parole vuote e senza tenere conto delle tante emergenze quotidiane che le scuole devono affrontare”. La Cgil chiede stabilizzazione di tutti i precari, rinnovo del contratto e valorizzazione professionale. Va detto che il potenziamento del corpo insegnante potrebbe portare benefici con l’inserimento dell’organico funzionale, cioè un numero di docenti in più in reti di scuole che possono eliminare il fenomeno negativo del ricambio dei supplenti e che possono essere inseriti in attività di sostegno e di formazione.

Carriera e riconoscimento del merito per i docenti

A questo proposito vale la pena riportare ciò che ha detto il ministro Stefania Giannini a Armando Massarenti sul Domenicale del Sole 24 ore del 22 febbraio. “Resta nostro dovere e compito istituzionale poter distinguere tra chi fa bene e chi fa male e trarne le dovute conseguenze (premio o sanzione). Questo è il tanto evocato e poco praticato merito”.Multe ai docenti meno bravi?

Potenziamento di alcune materie

Tra le novità, la musica alla scuola primaria (ma non alle superiori), la storia dell’arte alla secondaria di secondo grado. E anche il coding, ovvero la tecnica di programmazione, non il semplice uso dei dispositivi digitali, fin dalla scuola primaria.

Alternanza scuola lavoro

La riforma renziana prosegue nella linea impressa dai governi Berlusconi soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra istituti tecnici e aziende.

La scuola è un brand

Lo ha detto qualche settimana fa il sottosegretario Davide Faraone partecipando a una trasmissione radiofonica. In effetti nel documento della Buona scuola i privati possono partecipare sponsorizzando iniziative. Vedremo cosa prevederà il decreto legge.

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I greci e l’Europa

Nella stagione ’70-’71, il Panathinaikos raggiunge la finale di Coppa dei Campioni e affronta l’Ajax di Johann Cruyff. È guidato in campo dal cannoniere Antoniadis

Quando al volgere dell’estate del ‘70 mezzo milione di persone invade l’Isola di Wight, l’Inghilterra di Bobby Charlton e di Bobby Moore è già rientrata dal Messico dove ha lasciato lo scettro nelle mani del Brasile di Pelè. Nel vecchio continente riparte la coppa dei Campioni con la novità dei calci di rigore al termine dei supplementari.

Trentatre partecipanti, uno spareggio preliminare tra Levski Sofia e Austria Vienna e due olandesi ai nastri di partenza: il Feyenoord di Ernst Happel detentore del trofeo e l’Ajax di Rinus Michels vincitrice del campionato. L’Italia manda il Cagliari scudettato di Gigi Riva pronto a superare il Saint Etienne ai sedicesimi. A parte il Feyenoord, eliminato dai rumeni dell’Arad, passano il primo turno tutte le favorite: Borussia Monchengladbach, Everton, Ajax, Celtic e Atletico Madrid.

Insieme a loro: Standard Liegi, Sporting Lisbona, Stella Rossa Belgrado, Legia Varsavia, Slovan Bratislava, Basilea, i tedeschi orientali del Carl Zeiss Jena e gli irlandesi del Waterford a spese dei cugini del Glentoran Belfast. C’è anche il Panathinaikos, guidato in campo dal cannoniere Antoniadis e in panchina da una leggenda vivente: Ferenç Puskas.

Stracciati i lussemburghesi della Jeunesse d’Esch, i campioni di Grecia trovano agli ottavi i cecoslovacchi dello Slovan tra la fine di ottobre e i primi di novembre proprio mentre Richard Nixon si aggira per l’Europa e mentre Salvador Allende vince le elezioni in Cile. 3-0 ad Atene e 1-2 a Bratislava. L’Atletico Madrid intanto elimina il Cagliari e l’Everton fa fuori il Borussia ai calci di rigore.

I quarti di finale sono in programma a marzo del ‘71. A Liverpool, in un Goodison Park straripante, Antoniadis porta in vantaggio i suoi vestiti di bianco e con il trifoglio verde sul petto quando mancano nove minuti. L’Everton pareggia allo scadere grazie a un guizzo del giovane David Johnson. Due settimane dopo, all’ombra del Partenone, finisce 0-0 e il Panathinaikos, per la regola del gol in trasferta, vola a Belgrado ad affrontare in semifinale la Stella Rossa. È il 14 aprile e il Maresciallo Tito è reduce dall’incontro di Roma con Paolo VI all’indomani delle dichiarazioni del Viminale circa il golpe Borghese di dicembre.

In Grecia, invece, il golpe è perfettamente riuscito quattro anni fa e, adesso, i Colonnelli puntano tutto sui ragazzi di Atene per rilanciare l’immagine di un governo che ha salvato il Paese dal pericolo comunista. Gli jugoslavi si aggiudicano la gara d’andata per 4-1: tripletta di Ostojic, rete di Jankovic e gol della bandiera firmato da Kamaras.

Il ritorno si gioca nel pomeriggio del 28 aprile. Il caldo la fa da padrone e l’erba sul terreno è soltanto un ricordo lontano. Le tribune del piccolo stadio Nikolaidis, incastrato tra i palazzi, sono oltre il limite della capienza. Al secondo minuto, Antoniadis segna con una zampata delle sue per poi raddoppiare di testa al decimo della ripresa. Il 3-0 decisivo è di Kamaras in mischia.

L’atto conclusivo va in scena a Londra il 2 giugno, nel fresco del tempio di Wembley. L’avversario è l’Ajax di Cruyff e di Neeskens. Apre le danze una magia di testa del centravanti Van Dijk e chiude i giochi un’autorete provocata da un’incursione di Haan: 2-0. È il 1971. La nuova teoria del calcio totale scrive il primo di tre trionfi consecutivi e l’Europa finalmente si accorge della Grecia.

Cambio di guardia all’Idi ma i conti non tornano

Ore cruciali per i lavoratori dell’Idi Istituto dermopatico dell’Immacolata – ricovero e cura a carattere scientifico – di Roma. Dopo il fallimento, da due anni il gruppo è commissariato dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) ed ha debiti per oltre 1 miliardo di euro. Al suo interno lavorano 1400 persone che lunedì 23 febbraio dalle 12 alle 14 terranno un presidio a Roma in piazza Irnerio insieme a Cgil, Cisl e Uil.

La nuova società sarà guidata dal cardinale Giuseppe Versaldi, in passato già commissario pontificio della Congregazione dei figli dell’Immacolata Concezione che è stata la proprietaria storica dell’Idi. Oggi la beffa arriva da una compravendita che sembra essere “fatta in casa”. Il 19 gennaio, dopo l’esperimento di due processi d’asta andati deserti, con una nota i commissari straordinari del gruppo comunicano di essere stati autorizzati dal Mise «all’accettazione della proposta di acquisto presentata dalla Congregazione dei figli dell’Immacolata Concezione che prevede anche la cessione delle aziende ospedaliere, Idi-Villa Paola e San Carlo, nonché delle RSA-CDR, Il Pigneto e Villa Santa Margherita, a favore della costituenda Fondazione della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione».

«Si tratta di ospedali classificati convenzionati, quindi gestiscono soldi pubblici e ricevono dalla regione Lazio circa 100 milioni di euro l’anno», denuncia Massimiliano Rizzuto della Cgil Fp. «L’attuale operazione di rilancio grava sui lavoratori: non hanno percepito sei mensilità nella fase del pre-commissariamento, hanno subìto pesanti tagli al salario durante la gestione commissariale e a questo si aggiunge il notevole ritardo sul pagamento dello stipendio (30 giorni).

La Cgil Fp trova assurdo che a pagare le colpe di chi ha mal gestito i soldi pubblici debbano essere i lavoratori e gli utenti del servizio sanitario regionale. Oltretutto la Fondazione che sta rilevando gli ospedali, che di fatto rappresenta la congregazione e che già era proprietaria dei nosocomi, non dà nessuna garanzia sui livelli occupazionali e sul futuro. 1400 famiglie tremano».

Nelle ultime ore il direttore centrale delle risorse umane del gruppo Idi, Sergio Felici, ha reso noto che «giovedì 26 febbraio verranno pagati gli stipendi di gennaio a tutti dipendenti del gruppo Idi Sanità».

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