Una marea di persone è scesa in piazza il 25 novembre scorso a Roma e in altre città per dire no alla violenza contro le donne. Rimettere al centro l’affettività: è ciò che chiedono alla società degli adulti migliaia di giovani donne e uomini. Non rimaniamo sordi a questo richiamo
La ferocia nella crisi del patriarcato, con radici antiche e consolidate, fa da sfondo alla tragica slatentizzazione della malattia mentale che troviamo nei femminicidi. Come se fosse una immagine speculare: è la società che ammala i rapporti privati o i fatti privati riflettono la società malata?
Per aver espresso una opinione sulle radici culturali dei femminicidi Alessandro Tesei è stato duramente attaccato da destra e da sinistra che gli intimano di dimettersi o di pentirsi e ritrattare. A lui va la solidarietà della Uaar e di Left
Ogni femminicidio è premeditato perché sedimentato da una cultura che opprime e sopprime anche quando non uccide. Altro che biscotti
Dalla rivoluzione d'ottobre del 1917 fino a quella castrista, il Novecento ha assistito a un grande cambiamento ideologico, ovvero che la società capitalistica fondata sul profitto potesse essere superata. Questo non è avvenuto, ma di fronte alla crisi attuale del capitalismo che ha prodotto diseguaglianze e guerre, si affacciano nuovi movimenti. L'analisi dell'ex presidente della Camera che oggi, 29 novembre, partecipa a Giorni di storia festival a Sesto Fiorentino
Torniamo più numerosi che mai a lottare per un nuovo ordine d’amore, con la forza di un pensiero nuovo. Il parere della psichiatra e psicoterapeuta Barbara Pelletti
«Per Giulia, per tutte: contrastare la violenza sulle donne significa fare politica»
Irene Calesini -
Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, mentre tutto il Paese si interroga su come riconoscere e fermare la violenza contro le donne, fare prevenzione diventa fondamentale. Questo dialogo tra la psichiatra Irene Calesini e Federica Scrollini di Befree fa comprendere il lavoro che c'è dietro alla formazione e all'attività dei centri antiviolenza
Un testimone della prima aggressione a Giulia Cecchettin telefonò al 112 raccontando quello che aveva visto. Nessun intervento. Una seconda chiamata è rimasta senza seguito. Forse sarebbe il caso che anche le forze dell’ordine aprano un’ampia riflessione sulla sensibilità con cui approcciano e hanno approcciato i casi di donne a rischio in questo Paese
Uomini che uccidono le donne. Una intervista allo psichiatra Massimo Fagioli del 2010
Ilaria Bonaccorsi -
«Le donne devono ritrovare quella sensibilità che fa vedere quello che c’è oltre un buon comportamento, come anche oltre a delle parole d’amore. Bisogna andare oltre quel discorso falso e ipocrita che per esempio ti fa dire “io amo tanto le donne” quando non è vero per niente», diceva lo psichiatra dell'Analisi collettiva parlando di prevenzione
Il Giornale tre anni pubblicò un articolo dal titolo esemplare: “Allarme maschicidi. Gli uomini vittime quando le donne ma nessuno ne parla”. E il difensore di Turetta non mancò di condividere