Selvetella coniuga tono da commedia e racconto di eventi drammatici. Più che a Monicelli però fa pensare al Monnezza e al genere poliziottesco degli anni 70, più sbracato e tutto rudemente girato on the road.
Ma perché mai i nostri sogni dovrebbero essere migliori di noi? Dei nostri sogni si occupa molto la pubblicità. Al contrario, bisognerebbe rivalutare la realtà, perfetta, nella sua imperfezione, più di ogni sogno ed utopia.
Dei tre libri uno indica un’area direttamente scientifica, un altro la scienza della politica, l’ultimo una letteratura di testimonianza Ma soprattutto emerge un modello di stile: una eleganza fatta soprattutto di semplicità, di essenzialità. Ne saranno all’altezza gli italiani del terzo millennio?
Una puntuale denuncia dei vizi antropologici del Bel Paese con una scrittura diaristica, dove il saggio di costume diventa una critica affilata delle idee dominanti.
Le scoperte della fisica moderna sfidano continuamente l’intelletto, smentiscono la nostra percezione immediata, sono contro intuitive.
La geografia ha due anime: da una parte Tolomeo, inventore della cartografia, dall'altra lo stoico Strabone, che critica la cartografia, la riduzione del mondo a una mappa.
Il libro individua un problema reale: l’inesorabile riproporsi del trasformista nella nostra politica. Che deriva da una tradizione retorica tutta italiana: l’uso deresponsabilizzato della parola.
Marco Santagata torna a leggere le terzine dantesche e ritrova il pasoliniano odio che si trasforma alchemicamente in amore.
Leggerezza, divertissement e gusto un po' retrò per il romanzo nero sono gli ingredienti con cui la scrittrice seduce il pubblico, anche nel suo ultimo romanzo Petronille.
Saggezza alla Vonnegut a metà tra Adorno e Woody Allen, tra critica della società e gusto della battuta. A volte è puro cabaret, venato sempre da una sapienza filosofica o persino da un soffio metafisico-surreale. Altre volte ci imbattiamo in una riflessione sulla nostra civiltà.