Gramsci riteneva un'assoluta violenza «lasciare che la coscienza dei bambini fosse manipolata dai preti».
Il tema è quello spinoso ma evidentemente inaggirabile della costruzione di percorsi di arrivo garantito, sicuro e immediato per chi fugge dai conflitti e dalle miserie. Il resto avrà al massimo il confortevole effetto di non sbatterci in faccia scomode verità.
È ora di un compromesso di svolta democratica ed economica nell’eurozona. Soffocare la Grecia implica avvicinare il naufragio della moneta unica. I forti devono imparare alla svelta la differenza tra comando e egemonia.
Abbiamo esteso il perimetro di applicabilità del reato (introducendo finalmente le parole “altra utilità”) e anticipato il momento della consumazione del reato allo scambio tra le promesse.
In questo Paese la mediazione al ribasso è una vittoria politica, il servilismo intellettuale un cromosoma trasversale e il dibattito è solo un esercizio stanco da campagna elettorale e così la laicità, la lotta sindacale, i diritti (verrebbe da scrivere: la sinistra) sono stati sospesi per apparecchiare tranquilli al nuovo Presidente.
Se a preoccupare sono i soldi, ci sono altri modi per risparmiare davvero: annullando l’acquisto dei cacciabombardieri F35 che costano miliardi e non milioni e non servono certo per sconfiggere il terrorismo. Anzi, nei Paesi in cui l’Italia e l’Occidente sono impegnati militarmente il terrorismo è dilagato.
La memoria è materia impegnativa perché quando presa sul serio, costituisce un vincolo all’azione politica che diventa Storia.
Lo spettro della coalizione Syriza sulle pagine dei quotidiani tedeschi: Angela Merkel cerca di recuperare il consenso ceduto all’ala di estrema destra euroscettica, mentre i socialdemocratici cercano di marcare la differenza senza però dare un appoggio diretto a Tsipras né alla sua Agenda.
Senza laicità, senza libertà di espressione, la civiltà umana non può in alcun modo progredire, e dobbiamo quindi fare di tutto per irrobustirle. Al di fuori di esse c’è soprattutto inciviltà: quella di chi ha voluto spezzare le matite di Charb e Wolinski e quella di chi vorrebbe spezzare le reni agli “sporchi musulmani”. I fatti di Parigi sono lì a ricordarcelo. Impietosamente.
Serve un Presidente che garantisca chi sta fuori dal Palazzo e non il Palazzo. Un Presidente amico dei lavoratori che hanno protestato contro il Jobs act, dei portatori di handicap che soffrono per la riduzione dei servizi, dei precari e dei giovani senza lavoro, di artigiani e commercianti sommersi dall’onda delle tasse.