Fa parte del dna di questa destra l’elezione diretta del capo di governo. Fin dalle prime legislature della Repubblica. A ispirarne le ragioni, già negli anni Cinquanta, era stato Carlo Costamagna, giurista di punta del fascismo, che definiva la Costituzione «acefala»
La crisi della rappresentanza politica e la disaffezione degli elettori possono essere superate con strumenti che favoriscano la continua partecipazione collettiva e la responsabilizzazione degli eletti. Con questa riforma invece si nega il problema e si fa un plebiscito ogni 5 anni
La Corte costituzionale nel 2014 aveva bocciato la legge Calderoli perché antidemocratica. La nuova legge elettorale, nella proposta di riforma del premierato, avrà conseguenze ben più gravi
Toglie ancora più autonomia al Parlamento, riduce il ruolo del presidente della Repubblica a quello di un notaio. Il premierato è una riforma “eversiva” rispetto alla nostra Costituzione? La parola ai costituzionalisti Giovanni Russo Spena e Gaetano Azzariti
Con il disegno di legge sul premierato voluto dalla destra si alterano gli equilibri costituzionali e si riduce il pluralismo, mettendo a serio rischio la tenuta democratica del Paese
L’origine culturale della differenza fra uomo e donna. Una violenza pluri-millenaria si è perpetuata fino ai giorni nostri e viene liquidata dalla cultura dominante come un evento ineluttabile. È doveroso chiederci quale sia la causa
Una marea di persone è scesa in piazza il 25 novembre scorso a Roma e in altre città per dire no alla violenza contro le donne. Rimettere al centro l’affettività: è ciò che chiedono alla società degli adulti migliaia di giovani donne e uomini. Non rimaniamo sordi a questo richiamo
La ferocia nella crisi del patriarcato, con radici antiche e consolidate, fa da sfondo alla tragica slatentizzazione della malattia mentale che troviamo nei femminicidi. Come se fosse una immagine speculare: è la società che ammala i rapporti privati o i fatti privati riflettono la società malata?
Non si è ancora spenta l'enorme onda emotiva per l'assassinio di Giulia Cecchettin. Facciamo in modo che la vitalità delle manifestazioni di massa si trasformino in cambiamento vero. Per questo non serve inasprire le pene come vuole la presidente del Consiglio Meloni ( che accelera su premierato e panpenalismo), serve una rivoluzione culturale
L'introduzione del reato di omicidio sul lavoro farebbe sì che per i datori di lavoro non fosse più conveniente speculare sulla vita dei propri dipendenti. «Dal nostro punto di vista - dichiarano i proponenti -, la questione non riguarda soltanto la pena». È un fatto di giustizia sociale