Roccella ha parlato di Auschwitz come se fosse un fastidio, un rito retorico da superare. E così, nel tentativo di negare la responsabilità del fascismo, ha mostrato quanto profonda sia la continuità culturale con quel passato che finge di condannare
La candidata di Toscana Rossa alle regionali del 12 e 13 ottobre “Rifiutiamo l’equivalenza tra immigrazione e insicurezza. La vera tranquillità nasce da una società inclusiva, da sanità e lavoro pubblici forti, da politiche di pace e di giustizia sociale”.

Le porte di Gaza

Il libro di Amir Tibon apre una breccia nel clima di odio e contrapposizione che sempre maggiormente segna l’opinione pubblica italiana sulla questione mediorientale. Infatti chi ricorda con orrore il terribile attacco di Hamas del 7 ottobre ha spesso finito in questi due anni per negare o almeno gravemente sottovalutare l’orrore degli oltre sessantamila palestinesi uccisi da Israele a Gaza, in maggioranza civili, definendolo come una legittima reazione, sia pur sproporzionata, all’attacco di Hamas
Prima il colonialismo si chiamava esportazione di democrazia, oggi si chiama pace
I patrioti italiani hanno deciso ora di concedere al Mossad – agenzia di intelligence dello Stato di Israele – di farsi una scampagnata a Udine insieme alla nazionale di calcio che sfiderà l’Italia il prossimo 14 ottobre, in una delle partite di calcio che rimarranno impresse nel calendario della vergogna della Figc
“Fare cultura a sinistra significa opporsi alla svendita dei beni comuni, rilanciare diritti e pensiero critico, e restituire alla politica il coraggio e la profondità che ha smarrito" dice lo storico dell'arte dell'Università di Firenze, candidato alle regionali del 12 e 13 ottobre per Toscana rossa
Lo storico israeliano riceve il Premio Chiarini. Nel suo nuovo libro "La fine di Israele" - che viene presentato il 6 ottobre a Roma - denuncia il genocidio di Gaza ma indica anche, alle nuove generazioni, la possibilità di una pace giusta in Palestina
Il blocco navale è un atto di guerra. A Gaza, Israele lo impone dal 2009 violando norme umanitarie e principi della Carta Onu
La nave Ong bloccata dal decreto Piantedosi resiste: per l’equipaggio “prima viene la legge del mare, non la propaganda politica”.
Le firme che sostengono gli esposti non chiedono favori, ma l’applicazione delle regole comuni