Dopo aver disquisito a debita distanza su cosa fosse “bene” o “male” per Taranto, il Covid-19 ci porta ad affrontare lo stesso problema dei suoi cittadini. Mantenere invariato il tenore di vita rischiando l’esistenza nostra e dei nostri cari, o ripartire da dove eravamo rimasti prima di diventare “moderni”?
L’Italia è un Paese senza memoria o con una memoria programmata, che produce icone e cancella o sbiadisce la realtà.
I decreti che servono per gestire la pandemia non possono non tenere conto dell’infettività mafiosa in Italia e dell’esperienza che le cosche hanno accumulato sul campo. E invece mai nemmeno un accenno dal governo e dalle opposizioni
In un momento di grandissima difficoltà, laddove l’aiuto dello Stato avrebbe dovuto essere decisivo per salvare vite umane, sprofondate d’improvviso in un abisso di povertà, si è continuato a “fare differenze”
Siamo di fronte ad un’occasione da non mancare. Il Mezzogiorno, grazie alla bassa penetrazione dell’epidemia, può diventare il volano del rilancio per tutta l’Italia. Basterebbe ripartire da pochi imperativi: lavoro, giustizia sociale, ambiente, lotta alle mafie
«Le risorse europee per il Meridione restano al Sud e vanno spese», dice il ministro Giuseppe Provenzano a Left e aggiunge: «Non esiste ricostruzione senza giustizia sociale e ambientale»
«È arrivato il momento di agire», scrivono alcuni dei maggiori intellettuali africani che, pur vivendo in Paesi diversi e lontani, hanno fatto rete e hanno stilato un appello collettivo per spingere a ripensare profondamente il...
Una striminzita sanatoria non abolirà lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Restano irrisolte le sue cause strutturali: l’assenza di trasporti, alloggi e collocamento per i braccianti e lo strapotere dei supermercati. Ecco cosa (non) ha fatto la ministra Teresa Bellanova
Karim aveva 10 anni e spesso i piedi scalzi come i suoi quattro fratelli. I vicini di casa raccontano che li vedevano scalzi per strada perché troppo poveri per indossare scarpe. Accade a Boltiere, in...
L'edificio era inserito da Europa Nostra nella lista dei sette monumenti più in pericolo d’Europa. Al di là del valore architettonico della costruzione, il teatro si distingueva per essere uno spazio urbano originale, frequentato da giovani e artisti che fino all'ultimo hanno lottato per salvarlo