Il Parlamento ha trasformato "la buona scuola" in legge, le scuole saranno mini aziende. Molte le deleghe in bianco al governo, restano i bonus i bonus fiscali per chi iscrive i figli alle private e per chi dona alla scuola dei propri figli.
Il video del primo incontro di Left in Tour alla Festa dell’Arci di Bologna. A discutere della "Scuola che vogliamo e del futuro dell’istruzione pubblica" sono il senatore Corradino Mineo, la senatrice M5s Michela Montevecchi insegnante e critica acuta del Ddl Buona scuola, il direttore di Left, Ilaria Bonaccorsi e la redattrice Donatella Coccoli.
La bugia: i docenti italiani non vogliono farsi valutare. La verità: i docenti italiani non vogliono farsi valutare in base alle vaghe e capricciose indicazioni di una classe dirigente incurante della qualità della scuola pubblica.
Emblematico il caso de Il Messaggero che al posto di un articolo critico del professor Giorgio Israel ha pubblicato un pezzo sulla difesa del riconoscimento del merito a scuola, scritto da Oscar Giannino, noto per aver millantato il possesso di titoli mai conseguiti.
Si continua a ignorare la realtà del mondo della scuola e, conseguentemente, a trattare gli insegnanti come una massa di ritardati o di autolesionisti a cui occorre spiegare la riforma. A questo scopo Renzi ha promesso di scrivere una lettera agli insegnanti. Eppure il progetto della “buona scuola” è stato presentato lo scorso settembre e il ministero ha impiegato tutti i mezzi a disposizione per diffonderlo.
L’abuso di anglicismi nei documenti pubblici rende più oscura la comunicazione. Anche l’Accademia della Crusca si mobilita.
Contro il ddl Buona scuola, trenta associazioni di docenti, studenti e operatori rivolgono un appello al Parlamento. Ma senza proteste unitarie.
Il problema è che la nostra classe dirigente non considera un problema l’erosione progressiva di lettori perché per il Lettore zero è facile rassegnarsi a considerare quella che sta vivendo come l’unica realtà possibile.
Pare che il massimo degli sforzi sindacali consista nel convincere i lavoratori della scuola che, se è vero che sono trattati male, è anche vero che potrebbero essere trattati peggio.
Una massa di docenti disperati e plurititolati preme per passare di ruolo. Ma il caos e i conflitti dipendono dalle diverse politiche adottate negli anni dai ministri dell’Istruzione.