Giordano di Andrea Caterini (Fazi) è un romanzo concentrato, duro, riflessivo, che concede pochissimo alla fiction, ad una narratività distesa e rotonda. Leggendolo mi chiedevo se non funzionasse meglio come testo teatrale, come una specie di monologo recitato in seconda persona.
Homo comfort di Stefano Boni (Eleuthera), ritratto puntuale del nuovo tipo umano e delle facoltà sensoriali che ha perso con il "progresso”, tra i titoli recenti che configurano un felice rilancio del pensiero anarchico.
Giuseppe Antonelli in Comunque anche Leopardi diceva le parolacce (Mondadori) combatte il perbenismo lessicale e ci libera da alcuni luoghi comuni: non è vero che il congiuntivo sia in estinzione, né che gli anglicismi minaccino davvero la nostra lingua. Il punto e virgola arretra, però è in espansione la punteggiatura espressiva.
La recensione dell'ultimo libro di Roberto Ippolito, dove la realtà che non vediamo siamo noi stessi, allergici alle regole, e nient’affatto geniali.
La recensione dell'ultimo libro di Nicola Lagioia, La ferocia, che completa una trilogia sulla grande “mutazione”dei nostri anni.