Radio e social media spopolano praticamente ovunque in Africa. E nell’ambito delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione sono nate sperimentazioni d’avanguardia
Nel nostro immaginario è il luogo dell’altrove. Già nel 1300 questa capitale del deserto vantava prestigiose università, racconta l’antropologo Marco Aime. Oggi però nel Sahel si muovono in primis trafficanti di uomini e droga
I giovani soprattutto esprimono il volto di un continente in fermento, che non chiede “aiuti” ma che venga riconosciuta la sua forza creativa e un’identità in continua evoluzione
Una cosa è certa: il nostro futuro ha a che vedere con l’Africa, che gioca un ruolo primario. Ed è un piacere scrivere di un continente di cui si parla poco e che ci permette di ampliare il punto di vista, superando una visione rigidamente eurocentrica
Per evitare la recessione e la dipendenza da altri Paesi «bisogna investire con continuità sulla ricerca di base e sui giovani», dice il Nobel Giorgio Parisi. La miopia della politica sull’istruzione e sulla cultura scientifica «pesa anche sulla lotta al climate change»
Ai giovani ricercatori in Italia è richiesto di produrre conoscenza come fosse capitale. Non stupisce quindi la concezione neoliberista della scienza indicata nel Pnrr. Una idea ben riassunta nel modo di dire «Publish or perish» (Pubblica o muori)
Povertà educativa, abbandono scolastico, mancanza di laureati. Sono gli effetti di un disinteresse decennale della politica nei confronti dell’istruzione, elemento cardine di una democrazia. Ecco alcune proposte per una società della conoscenza
Da istituzione garante del patrimonio culturale a luogo di confronto e di elaborazione sui problemi contemporanei. È questa la sfida: non vanno “rinnovati” solo allestimenti o collezioni ma anche i valori alla base della funzione stessa del museo
I partiti non hanno compreso che tutela dell’ambiente e transizione ecologica sono temi connessi tra loro. I Fridays for future con la loro “Agenda climatica” lanciano una sfida alla politica povera di idee e di visione del futuro
La lotta al climate-change passa per la fine delle miliardarie sovvenzioni pubbliche all’industria del petrolio, del gas e del carbone, dice il geologo: «Non è più accettabile che il peso dell’inquinamento gravi sulle nostre bollette e non su chi lo produce in massima parte»













