Giulia, «mia»

Ogni femminicidio è premeditato perché sedimentato da una cultura che opprime e sopprime anche quando non uccide. Altro che biscotti
Dalla rivoluzione d'ottobre del 1917 fino a quella castrista, il Novecento ha assistito a un grande cambiamento ideologico, ovvero che la società capitalistica fondata sul profitto potesse essere superata. Questo non è avvenuto, ma di fronte alla crisi attuale del capitalismo che ha prodotto diseguaglianze e guerre, si affacciano nuovi movimenti. L'analisi dell'ex presidente della Camera che oggi, 29 novembre, partecipa a Giorni di storia festival a Sesto Fiorentino
Torniamo più numerosi che mai a lottare per un nuovo ordine d’amore, con la forza di un pensiero nuovo. Il parere della psichiatra e psicoterapeuta Barbara Pelletti
Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, mentre tutto il Paese si interroga su come riconoscere e fermare la violenza contro le donne, fare prevenzione diventa fondamentale. Questo dialogo tra la psichiatra Irene Calesini e Federica Scrollini di Befree fa comprendere il lavoro che c'è dietro alla formazione e all'attività dei centri antiviolenza
Un testimone della prima aggressione a Giulia Cecchettin telefonò al 112 raccontando quello che aveva visto. Nessun intervento. Una seconda chiamata è rimasta senza seguito. Forse sarebbe il caso che anche le forze dell’ordine aprano un’ampia riflessione sulla sensibilità con cui approcciano e hanno approcciato i casi di donne a rischio in questo Paese
«Le donne devono ritrovare quella sensibilità che fa vedere quello che c’è oltre un buon comportamento, come anche oltre a delle parole d’amore. Bisogna andare oltre quel discorso falso e ipocrita che per esempio ti fa dire “io amo tanto le donne” quando non è vero per niente», diceva lo psichiatra dell'Analisi collettiva parlando di prevenzione
Il Giornale tre anni pubblicò un articolo dal titolo esemplare: “Allarme maschicidi. Gli uomini vittime quando le donne ma nessuno ne parla”. E il difensore di Turetta non mancò di condividere
La risposta efficace contro la violenza di genere non è la repressione, ma la prevenzione, che va implementata con più risorse e in modo sistematico. Mentre tutto il Paese si interroga sulle cause dell'uccisione di Giulia Cecchettin, ecco un contributo della psichiatra e psicoterapeuta Irene Calesini
Non accettando di stare al suo posto la sorella di Giulia ha rinunciato al ruolo assegnato al suo genere (rassicurare) e ha deciso di occupare spazio (in questo caso mediatico) che taluni maschi vivono come uno scippo
Ad oggi, uno scatto della sinistra, potrebbe essere quello di trovare il coraggio di contrastare attivamente tutta la politica pro-life. E pretendere che lo Stato si interessi alle vite esistenti, investendo sulla prevenzione della malattia e promozione della salute mentale, fin dai primi momenti