Il repertorio dei luoghi comuni sul sistema scolastico non comprende i contenuti, le idee, la qualità del dialogo formativo. Per dare agli studenti risposte alte, l’unica strada è agire contemporaneamente sui tre vasi comunicanti: scuola, società e democrazia
Dopo decenni in cui l’istruzione pubblica è stata progressivamente dequalificata a favore delle scuole private e cattoliche e gli insegnanti sempre più precarizzati, c’è l’esigenza che la scuola diventi il luogo di integrazione sociale, di pluralismo e di democrazia
La faglia aperta dalla pandemia nel realismo neoliberista può richiudersi velocemente con una ristrutturazione capitalista dell’istruzione. Il ministro Bianchi già parla di coinvolgere sempre più le imprese. È il momento che le “cattive maestre” prendano parola
Mantenere i docenti Covid per tutto l’anno scolastico e ridurre le classi sovraffollate servono a garantire una maggiore sicurezza nelle scuole. «Gli impegni del governo ci sono ma si deve passare ai fatti», dice il segretario Flc Cgil Francesco Sinopoli
Come insegnare la storia ai ragazzi che vivono in un mondo globalizzato e frammentato, in cui le “narrazioni” e i luoghi comuni hanno sostituto le analisi?
La scorsa estate gran parte dei media e della politica bombardava la ministra Azzolina, accusandola di ritardi e negligenze. Ora della scuola non parla più nessuno
Le forme di sapere legate alla scrittura e alla lettura sembrano destinate a un irreversibile ridimensionamento culturale, con effetti imprevedibili sugli studenti, futuri cittadini. Ma non tutto è perduto: l’appello del Forum del libro al ministro dell’Istruzione
Il sistema scolastico da tempo è sotto attacco a causa di una ideologia nichilista che svuota di senso il sapere. Dopo le difficoltà provocate dalla pandemia è il momento di una rivoluzione pedagogica copernicana di stampo umanista per l’emancipazione e la crescita degli studenti
Settant’anni fa Gianni Rodari pubblicò “Il romanzo di Cipollino” che ebbe uno straordinario successo in Unione Sovietica. Dove lo scrittore si recò, incontrando bambini, insegnanti e intellettuali. E ancora oggi, come racconta il libro di Anna Roberti, è un autore amato nei Paesi post comunisti
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non ha colmato l’abisso che c’è tra il Centro-nord e il Sud e tra le città e le aree interne nei servizi per la fascia d’età sotto i tre anni. Restano dunque irrisolte le disuguaglianze che privano i bambini di un diritto sancito per legge