Prima la Germania. Poi Francia, Danimarca, Svezia. Infine l’Italia. La guerra in Ucraina ha innescato in molti Paesi europei una nuova corsa agli armamenti. Così il virus del militarismo cambierà non solo i bilanci dei governi ma anche l’agenda politica dell’Unione
Le guerre non scoppiano perché leggiamo Dostoevskij, ma perché non lo leggiamo abbastanza. La crisi internazionale può essere l’occasione per ripensare e valorizzare il ruolo delle istituzioni culturali. Ma il ministero che fa?
In occasione della Children’s book fair in programma a Bologna, dal 20 al 25 marzo i più influenti disegnatori della letteratura cilena per ragazzi invadono le strade con un progetto di street art e aprono un dialogo internazionale su un mondo sostenibile
Ammiccare alle insistenti richieste di Zelensky di una No-fly zone, ove il primo aereo abbattuto segnerebbe l’espansione della guerra, non è solidarietà ma sconsideratezza. L’aiuto al popolo ucraino si realizza con la negoziazione della fine immediata del conflitto
Anonymous, il movimento globale di attivisti hacker nato nel 2003, ha immediatamente preso posizione contro l’invasione dell’Ucraina e ha lanciato una serie di attacchi contro i siti governativi russi e alcuni mass media. Ma anche i semplici utenti del web si stanno mobilitando
«In Ucraina l’Occidente sta combattendo una guerra per procura. Putin è un criminale di guerra ma non lo fermeremo inviando armi agli ucraini». Si rischia un massacro di civili, denuncia lo storico dell’arte e rettore dell'Università per stranieri di Siena
Il crescente isolamento degli intellettuali e delle nuove generazioni. Le sanzioni che ricadono sul ceto medio, quello più contrario alla guerra, mentre gli oligarchi si tengono soldi e potere. Il racconto della regista russa: «Ci salverà la bellezza. Ovvero l’arte e la cultura»
La soluzione della guerra in Ucraina passa per Pechino? Oggi più di ieri sembra di sì. Il 14 marzo - inaspettatamente - si sono incontrati a Roma il capo della diplomazia della Repubblica Popolare cinese,...
Arrivano al confine ungherese da sole o con i loro bambini, qualche bagaglio e l’apprensione scavata sul volto per i compagni chiamati al fronte. Molte sono contrarie alla guerra: «Morire, combattere… qual è la differenza?». Ecco le voci delle profughe ucraine in questo reportage di Michele Bollino da Záhony (PL)
Da una guerra all'altra. A undici anni dalla rivolta che, sulla scia delle primavere arabe, avrebbe dovuto ribaltare il regime di Assad, l’attivista e avvocato Akkad Al-Jabal continua a coltivare la memoria dei dissidenti vittime della sanguinaria repressione. Siamo andati a trovarlo ad Atene