Il 65% dei migranti africani si muove all’interno del proprio continente. Meno di una persona su 5 sceglie l’Europa come meta finale. E di queste solo il 6% esce dall’Africa in maniera “irregolare”. Il 94% infatti lascia temporaneamente il proprio Paese per motivi di studio o lavoro
Se i Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo tentano di raggiungere rapidamente un accordo Ue per la ripartizione dei profughi, il silenzio dei Paesi del Nord, la contrarietà di quelli orientali e la freddezza tedesca, non fanno ben sperare
Circa 1.200 feriti, 17 ospedali e 53 scuole danneggiati, mezzo miliardo di dollari di danni totali. Bastano queste poche cifre su Gaza per mandare in frantumi la propaganda israeliana, che parla "operazione chirurgica" e di "bombe intelligenti"
Il Nuovo patto sulla migrazione estende il modello hotspot sperimentato in Grecia e Italia. Alzando muri e negando il diritto d’asilo. Nessuna forza politica crede davvero in questa soluzione, ma è l’unica proposta sul tavolo. E ora rischia addirittura di peggiorare
Creano cortometraggi per denunciare l’oppressione, per esprimere una propria visione e uscire dalla segregazione. Giovani film-maker palestinesi crescono e Nazra short film festival lavora per offrire loro una ribalta internazionale
La politica occidentale si è unita al fianco di Netanyahu giustificando l’uso spropositato della forza militare che inevitabilmente, come sempre, uccide anche i civili. La presenza dell’Onu è impalpabile e flebili sono le proteste di Cina e Russia
Dietro gli espropri che hanno dato origine alle proteste poi represse da Netanyahu con le bombe c’è la Nahalat Shimon, un’azienda immobiliare con sede nel Delaware. Ai palestinesi che si vuole cacciare dalle proprie case non è permesso di conoscere i nomi di chi la finanzia
«Quando non si può articolare liberamente il linguaggio si rimane chiusi dentro un confine che diventa anche interiore», dice la scrittrice palestinese Adania Shibli che ha riletto la storia del conflitto nell’ultimo romanzo Un dettaglio minore
«Già all’inizio del Ramadan - racconta da Gaza Meri Calvelli, direttrice del centro culturale Vik - Gerusalemme è stata lasciata alla mercé di gruppi di coloni autorizzati a girare armati. Hanno distrutto negozi di arabi e aggredito fedeli musulmani». Poi la situazione è precipitata
Si ribellano al razzismo, all’oppressione, e alla politica di annessione della destra israeliana. E rifiutano Hamas. Sono i giovani palestinesi che, delusi dai partiti e dalle istituzioni, rivendicano il diritto a esistere e ad avere un futuro di pace. In questo numero di Left cerchiamo di dar loro voce, di conoscerli più da vicino, raccontando anche quei loro coetanei israeliani che rifiutano di arruolarsi, che non accettano l’ostracismo teocratico proclamato nel 2018 con la legge su «Israele Stato-nazione del popolo ebraico»