«Certi scenari non sono fantascienza, gli effetti del climate change sul patrimonio paesaggistico e culturale ci chiamano a fare prevenzione nel più breve tempo possibile», avverte il climatologo e divulgatore scientifico
Ora che il disastro è compiuto quali scenari geopolitici si aprono? E quali prospettive per le donne, le bambine, l'intera popolazione civile, gli operatori di organizzazioni umanitarie i traduttori, mediatori culturali e i loro familiari rimasti a migliaia senza protezione?
Oltre 20 anni di scelte sbagliate sempre all'insegna dell'imperialismo da esportare che viene rivenduto come esportazione di democrazia
In 10 punti i lavoratori Gkn-Melrose riassumono i motivi della vertenza, facendo le loro proposte per il rilancio ed evidenziando - tra l'altro - l'incapacità del governo di gestire situazioni come quella fiorentina (o è complicità?)
Architetture a zero emissioni di carbonio, con l’uso di materiali naturali e il coinvolgimento delle popolazioni locali. Caratteristiche che si ritrovano nel lavoro di Nuru Karim in Africa e di Yasmeen Lari in Pakistan. Tra innovazione e creazione artistica
Gino Strada, in un'epoca di perbenismo che si finge moderato e invece è solo vigliacco, ha insegnato il coraggio di essere contrario: ha rivendicato il dovere di essere contro la guerra oltre al diritto di essere pacifista, ci ha insegnato che siamo responsabili di ogni sofferenza in qualsiasi angolo del pianeta... Grazie Gino
Nemmeno lo spiffero del presidente Draghi che ha difeso con forza il principio del reddito di cittadinanza (ma i migliori, si sa, sono migliori solo quando dicono concetti che tornano utili) ha fermato la battaglia...
La pianificazione urbana non è neutrale rispetto al genere ed è arrivato il momento di ribaltare le principali linee guida che hanno dato priorità alle esigenze degli uomini. È questo l’obiettivo di chi in Spagna promuove un’“urbanistica inclusiva”
I trent’anni di emigrazione albanese in Italia e in Europa hanno molti volti. Oltre un milione di persone ha lasciato il Paese e l’esodo continua, non più via mare e in maniera “irregolare”, al ritmo di 70mila l’anno. Ma il ricordo della vergognosa “accoglienza” che ricevettero dal nostro Paese l’8 agosto 1991 resta indelebile
Figlio di un esponente della Bauhaus e con anni di studi universitari di architettura alle spalle, il regista israeliano Amos Gitai racconta la sua ricerca sulle immagini. «Nel mio lavoro - dice - realizzo idee che cerco di riportare alla luce lasciando emergere le storie»