L’Italia vive una “spensierata liberalizzazione” nonostante la diffusione delle varianti del virus. «Il vaccino da solo non basta», avverte il virologo, «va accompagnato da misure che blocchino la trasmissione del contagio». Ma non ci siamo ancora, «mancano politiche chiare»
La giunta di Fontana vuole riformare la sanità all’insegna di altre privatizzazioni. Persino nella medicina territoriale. E insiste nel fallimentare progetto di delegare la cura dei malati cronici a strutture for profit. A nulla è servita la lezione della pandemia
Sono sempre più in Italia i progetti di formazione di personale, specialistico e non, al lavoro con i migranti e all’uso della mediazione linguistico culturale, oltreché all’integrazione di tale strumento nelle Asl. Ne parliamo con la psichiatra e psicoterapeuta Rossella Carnevali del Centro Samifo della Asl Roma 1
Dopo un anno di dura pandemia occorrono interventi concreti per affrontare gli effetti psicologici sulle persone. A partire da investimenti in prevenzione e cura nelle strutture pubbliche. Ma nel Pnrr non ce n'è traccia
«È basilare avere un’idea teorica su base scientifica che imposti culturalmente la prassi per fare prevenzione sugli adolescenti» dice la psichiatra e psicoterapeuta Francesca Fagioli. Ma in Italia il 90% delle risorse sono assorbite dall’assistenza ai malati cronici
Enrico Montesano in un video ha sostenuto che secondo una fonte «di rango» dell’Avis il sangue dei vaccinati anti Covid19 si sarebbe coagulato, tanto che i centri avrebbero gettato via le sacche. L'Avis naturalmente gli ha risposto, facendogli fare una figura barbina...
Se vogliamo bloccare sul nascere nuovi focolai di Covid e contenere l’impatto delle varianti del virus, sarebbe indispensabile puntare tutto su test e tracking. Ma il governo italiano pare essersene dimenticato. Altrove in Europa, invece, le cose vanno diversamente
Il presidente della Repubblica può espropriare per decreto il brevetto di una azienda privata in caso di emergenza o di rischio per la pubblica sicurezza. Come mai né Conte né Draghi hanno pensato a “confrontarsi” con Mattarella su questa soluzione?
Almeno 200mila persone in Italia potrebbero finire in ospedale con sintomi da Long Covid. E poi c’è il ritardo accumulato nei confronti dei pazienti non Covid. «La gestione della sanità sarà tutt’altro che semplice» avverte l’infettivologa Silvia Carla Magnani
Dare un nome alle cose. Finalmente ha almeno un nome quello stato di spossatezza, affanno, talora perdita del gusto e dell’olfatto, sintomi che aggiungono fatica alla fatica di questa lunga pandemia. Parliamo di persone clinicamente...