“Lavorare meno, lavorare tutti”, non è una frase fatta. E’ la fusione inedita tra il teorico della decrescita felice che da anni va dicendo “lavoriamo meno per essere più felici” con il segretario della Fiom Maurizio Landini che dice “ma se non sono felice del mio lavoro non sono felice neanche fuori”.
Personalmente non colgo alcun trasformismo, non avevo mai creduto nella forza innovatrice né di Renzi né, più in generale, di questa ondata cattodem, deformazione del vecchio e caro cattocomunismo.
Nel giorno in cui Matteo Salvini, sostenuto da CasaPound, sceglie Roma per la sua manifestazione “Renzi a casa!” e fa salire sul suo palco Giorgia Meloni, i tedeschi di Pegida, i francesi del Bloc identitaire e tanta altra destra, Left mette in copertina un calciatore. Un calciatore che ha scritto un libro dal titolo Per l’uguaglianza.
Ogni volta mi chiedo cosa pensano i benpensanti. Quelli che non volevano gli immigrati, quelli che dicevano che dovevano stare a casa loro, quelli infastiditi dall’“invasione” quotidiana e da quella solo immaginata nella loro testa.
Left fa come l’indiano che si ribella, e va in piazza con la Grecia. Perché è vero che se cambia la Grecia, cambia l’Europa. È vero che se non c’è ben-essere non c’è democrazia.
Ancora una volta, questo teatro nauseante, prevedibile e interminabile ci ricorda che l’Italia non ha mai creato un proprio rituale laico per le successioni dinastiche e gli avvicendamenti istituzionali.
Il problema politico dell’umanità consiste nel mettere assieme tre momenti: l’efficienza economica, la giustizia sociale e la libertà individuale. Keynes lo scriveva già nel 1926. Bisogna capire cosa accade “sotto il pelo dell’acqua” e andare oltre.
Le rose danno il pane. Il pane e le rose danno la libertà. La libertà del proprio tempo lavoro e del proprio tempo libero come ci spiegavano bravi economisti alla festa di Left qualche tempo fa.
L’idea era quella di costruire un giornale rigoroso, leale, lineare, coerente. Ed era quella di raccontare in tutto il Paese il cambiamento, il conflitto, la cultura, la diversità, la legalità, la giustizia, l’innovazione, la laicità, i diritti, con le nostre parole. Chiare. L’idea era quella di essere appassionatamente di parte. Partigiani di una parte grande, immensa, all’aperto. Ho sognato una riunione di redazione all’aperto. Ed eravamo in tantissimi. L’idea è questa.
Salutiamo, più precisamente mandiamo alla malora, questo 2014, con la speranza che nell’anno che verrà quel luogo, un luogo, prenda o riprenda forma. E, soprattutto, che sia meglio frequentato. Auguri.