Non si arresta l’emorragia di giovani che partono dal Gambia e dal Senegal sfidando la morte nel deserto o nel Mediterraneo e i trafficanti libici. Due Paesi impoveriti rispettivamente da una dittatura ventennale e dalle multinazionali straniere che fanno razzia di una delle risorse più preziose a queste latitudini, il pesce
Quando serve un nemico per alimentare le paure da radicare nei potenziali elettori non ci si fa scrupoli a ridurre persone costrette a fuggire dai propri Paesi in elementi socialmente pericolosi, anche senza che abbiano...
La responsabile Cgil per le politiche sull’immigrazione auspica una mobilitazione generale permanente: «La posta in gioco è altissima»
Il 4 ottobre 2018 una nave italiana (la Mare Jonio) ha deciso di impegnarsi nell'operazione Mediterranea per andare là dove le Ong sono state cacciate, in quel pezzo di mare in cui fa comodo ai lupi che le...
Nella città, dove l’asfalto lascia il posto alle piste di sabbia, il governo ha criminalizzato le attività legate al trasporto e all’ospitalità di migranti in transito. Tra le proteste degli attivisti che contestano la presenza dei militari stranieri
A partire da Leopardi, passando per Simmel e Todorov, il docente di filosofia politica riflette su parole ostracizzate dalla politica, come empatia e solidarietà. E di Lucano dice: «È un politico serio. Per chi ci vieta di pensare politicamente è pericoloso. Se lui ha ragione loro hanno torto»
Da quando è entrato in vigore il decreto Sicurezza, la protezione umanitaria non esiste più. Un vulnus che, oltre a rendere non più pienamente applicato l’articolo 10, mette a rischio l’incolumità di migliaia di richiedenti asilo. Compresi bambini e pazienti psichiatrici
«C’è un problema tutto culturale che porta a credere che le risorse siano come una torta e che se arriva qualcun altro presto finisca» osserva il sociologo e saggista Stefano Allievi. «In realtà la torta lievita continuamente. È il numero di “nuove” persone che la fa lievitare»
Ricordate i migranti che Salvini voleva trasferire in Albania, in barba alle leggi e al diritto internazionale? Dopo il calvario nel deserto, le torture in Libia, il naufragio e la segregazione nel porto di Catania in attesa dell’asilo hanno trovato un tetto. Nell’hotspot di Messina
La denuncia riguarda 46 cittadini nigeriani espulsi dall'Italia. Senza nessuna informazione, senza cibo per molte ore, senza la tutela dei loro effetti personali. E fatti tornare in un Paese in cui non c'è il reato di tortura